martedì 11 ottobre 2011

Un incivolo senza importanza 3

Era esperto, conosceva gli aerei, non aveva mai avuto un richiamo per infrazione di volo e quel giorno aveva proprio voglia di guardare le olimpiadi e tutta la girandola di eventi e curiosità. In fondo i giochi olimpici erano un po' il segno, la conferma assoluta, semmai ve ne fosse stato bisogno, che la guerra era davvero finita, che il paese camminava sulle proprie gambe. Il Beechcraft si alzò in volo dall'aereoporto di Guidonia, in realtà l'aeroporto e la cittadina si chiamavano Montecelio, e prima ancora Cornicolum ma qualche anno addietro un vero e proprio 'mito' dell'aeronautica incontrò proprio lì la signora dalla falce lanciandosi in un volo di prova di un paracadute. Forse il paracadute non si era aperto per caso, forse la fatalità aveva voluto la sua rivincita, forse si era lanciato male dall'aereo tirando il filo prima di uscire dall'abitacolo, forse il destino aveva voluto che lì si intrecciassero le vite di giovani uomini, icari di un mondo tecnologicamente evoluto. Il 'mito' dell'aeronautica era Alessandro Guidoni, uomo eclettico, spesso paragonato a Leonardo da Vinci per la sua straordinaria capacità di eccellere in qualunque disciplina. Fine conoscitore delle arti liberali era riuscito a studiare ingegneria grazie a borse di studio per meriti scolastici, vero orgoglio dei genitori e della nazione, è stato un pioniere, riconosciuto in molti paesi nel mondo per il suo carattere poco incline a compromessi e la sua straordinaria dedizione al lavoro, alla ricerca. Inviato a Washington in qualità di esperto aeronautico prima ancora che venisse formata l'aeronautica in Italia, venne richiamato da Mussolini nel Belpaese proprio per diventare figura cardine, insieme a Balbo, del nuovo corpo militare nazionale, poco prima di precipitare nel vuoto avvolto in una matassa inestricabile di corde e cordicelle. Il duce decise di chiamare Guidonia la città e l'aeroporto militare sperimentale di Montecelio, in onore del pioniere Guidoni in piena propaganda fascista. I rapporti tra Guidoni e il fascismo non sono poi tanto limpidi ma non visse abbastanza per manifestare assenso o contrarietà al regime nel modo cristallino con cui era solito esprimersi.

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